L’apnea, o immersione in apnea, è una pratica che affascina e sfida molti appassionati di sport acquatici. Tuttavia, come ogni attività fisica estrema, presenta dei rischi. Uno di questi è lo stress ossidativo, un fenomeno che può avere effetti negativi sulla salute.
Sai cosa significa esattamente “stress ossidativo” e come possiamo proteggerci?
Per affrontare l’argomento dello stress ossidativo nell’apnea occorre fare una profonda “immersione” nella scienza.
Un interessante studio del 2019 dell’European Journal of Applied Physiology: Oxidative stress assessment in breath‑hold diving ci può aiutare a capire cosa accade alla nostra fisiologia quando facciamo un tuffo profondo in apnea.
Lo Stress Ossidativo cos’è e come funziona?
Lo stress ossidativo è un termine che ha guadagnato notorietà negli ultimi anni, soprattutto nel contesto della salute e del benessere. Ma cosa significa esattamente e perché dovremmo preoccuparcene?
Quando parliamo di stress ossidativo dobbiamo comprendere meglio cosa sono i ROS, le specie reattive dell’ossigeno.
Le specie reattive dell’ossigeno, o ROS, sono molecole altamente reattive che contengono ossigeno. Queste molecole sono prodotte naturalmente nel corpo come risultato di vari processi cellulari, tra cui il metabolismo e la risposta immunitaria.
Mentre un quantitativo ridotto di ROS sono essenziali per alcune funzioni cellulari, come la segnalazione cellulare e la risposta immunitaria, un eccesso di queste molecole può causare danni.
Lo squilibrio (come in quasi tutte le situazioni 😩) può portare a danni! Vediamo nello specifico come questo accade.
Lo stress ossidativo si verifica quando c’è uno squilibrio tra la produzione di ROS e la capacità del corpo di neutralizzarle o riparare il danno che causano.
Gli antiossidanti sono molecole prodotte dal corpo, o assunte attraverso la dieta, che neutralizzano le ROS. Quando la produzione di ROS supera la capacità degli antiossidanti di neutralizzarle, si verifica lo stress ossidativo.
Le ROS, quando in eccesso, possono danneggiare le strutture cellulari, tra cui lipidi, proteine e DNA. Questo danno può portare a mutazioni nel DNA, disfunzione proteica e perossidazione lipidica. Questi danni, se non riparati, possono contribuire all’invecchiamento precoce, malattie degenerative come l’Alzheimer, malattie cardiovascolari, diabete e persino al cancro.
Vediamo nello specifico i danni che possono causare le ROS.
Il danno ossidativo ha implicazioni profonde per la salute umana. Ad esempio:
- Invecchiamento: l’invecchiamento è un processo naturale, ma lo stress ossidativo può accelerarlo. La pelle, ad esempio, esposta a fattori ambientali come l’inquinamento e la radiazione UV, può subire danni ossidativi che portano alla formazione di rughe, macchie di età e perdita di elasticità.
- Malattie neurodegenerative: malattie come l’Alzheimer e il Parkinson sono state associate a danni ossidativi nel cervello. Le ROS possono danneggiare i neuroni e alterare la comunicazione neuronale, contribuendo alla progressione di queste malattie.
- Malattie cardiovascolari: il danno ossidativo può portare all’ossidazione del colesterolo LDL. Questo colesterolo ossidato può depositarsi nelle arterie, portando alla formazione di placche e aumentando il rischio di malattie cardiovascolari.
- Cancro: le mutazioni nel DNA causate dallo stress ossidativo possono portare alla formazione di cellule cancerose. Se il corpo non riesce a riparare queste mutazioni o a eliminare queste cellule, possono formarsi tumori.
L’Apnea e lo Stress Ossidativo
Nello studio pubblicato sull’European Journal of Applied Physiology sono stati esplorati gli effetti dell’apnea sull’organismo, in particolare riguardo alla produzione di ROS.
L’ambiente di test era la piscina Y-40, un luogo unico per le immersioni perché permette di raggiungere profondità di 42 metri in acqua termale.
I risultati hanno suggerito che l’apnea espone il corpo umano a stress ambientali, aumentando la produzione di ROS.
Durante l’immersione, è stata osservata una sovrapproduzione di ROS (circa +27%) con un conseguente aumento del danno ossidativo alla membrana lipidica (circa +12%).
Inoltre, la capacità antiossidante è diminuita del 12%.
Questi cambiamenti riflettono le condizioni iperossiche e ipossiche che si verificano tipicamente durante le prove in apnea.
Durante la ricerca sono stati valutati anche altri parametri utili alla definizione degli effetti dell’apnea sul nostro corpo.
Vediamole nello specifico.
- GSH (Glutatione): è una molecola che aiuta a proteggere le nostre cellule dai danni. Nel contesto dell’apnea, la sua quantità è rimasta costante.
- Cisteina: è un tipo di aminoacido, un mattoncino delle proteine. Dopo un’immersione, la quantità di cisteina nel corpo è diminuita, il che potrebbe essere un modo per il corpo di proteggere le cellule.
- Aminotioli: sono molecole che aiutano a regolare l’equilibrio delle reazioni chimiche nel nostro corpo. Gli apneisti avevano livelli più alti di queste molecole, il che potrebbe indicare una maggiore capacità di proteggere le cellule dai danni.
- iNOS: è una proteina che produce ossido nitrico, una molecola che aiuta a regolare la circolazione del sangue. Dopo l’immersione, la quantità di questa proteina è aumentata, probabilmente a causa dei cambiamenti dell’ossigenazione corporea.
- PaO2: si riferisce alla quantità di ossigeno nel sangue. Durante l’apnea, ci sono momenti in cui incameriamo più ossigeno (iperossia) e momenti in cui entriamo in uno stato ipossico (meno ossigeno).
- Neopterina: è un indicatore che mostra se c’è infiammazione o stress nel corpo. Dopo l’immersione, la quantità di neopterina nelle urine è aumentata, indicando un aumento dello stress nel corpo.
- Creatinina: è un prodotto di scarto che il nostro corpo produce e che viene eliminato attraverso le urine. Dopo l’immersione, la quantità di creatinina nelle urine è aumentata, il che potrebbe indicare un cambiamento nella funzione renale.
Come riportato in questo studio, l’apnea può causare cambiamenti nel nostro corpo, come un aumento delle molecole dannose e una diminuzione della nostra capacità di combatterle. Questi cambiamenti possono avere effetti sulla nostra salute, ma potrebbero anche essere una risposta normale e adattativa del corpo all’immersione.
Puoi proteggerti e prevenire l’insorgere di queste situazioni?
Se sei un appassionato di apnea, ci sono alcune strategie che puoi adottare per minimizzare gli effetti dello stress ossidativo:
- Allenamento progressivo: come per qualsiasi sport, è essenziale allenarsi progressivamente. L’adattamento al ROS durante le immersioni ripetute potrebbe essere legato a percorsi adattivi, come suggerito dallo studio.
- Dieta ricca di antiossidanti: alimenti come frutta, verdura, noci e semi sono ricchi di antiossidanti come la vitamina C, la vitamina E e il beta-carotene. Questi antiossidanti possono neutralizzare le ROS e prevenire i danni ossidativi.
- Integrazione: considera l’integrazione con vitamine e minerali antiossidanti come la vitamina C, E e il selenio (sotto controllo di un esperto).
- Riposo adeguato: dopo un’immersione, assicurati di dare al tuo corpo il tempo di recuperare.
- Monitoraggio: se pratichi regolarmente l’apnea, considera controlli regolari per monitorare i livelli di stress ossidativo e altri potenziali problemi di salute. Tramite semplici esami del sangue si può già scoprire molto della tua situazione.
Ora che hai scoperto qualcosa di più sull’apnea e come gestirla per ridurre al minimo il rischio di invecchiamento precoce delle cellule, puoi andare a goderti in tutta serenità questo fantastico sport.
Se vuoi saperne di più su come gestire lo stress ossidativo nello sport in generale e particolarmente nell’apnea, scrivimi a roberto@undertraining.ch
Tramite l’esperienza fatta negli anni nello studio dell’anti-aging e nella preparazione di molti campioni di apnea e altri sport, potrò darti indicazioni precise sul tuo caso particolare.
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Roberto Pusinelli
DOTTORE IN SCIENZE MOTORIE
MASTER IN NUTRIZIONE E DIETETICA
Esperto in dimagrimento e anti-aging
BIBLIOGRAFIA
European Journal of Applied Physiology https://doi.org/10.1007/s00421-019-04224-4
Oxidative stress assessment in breath‐hold diving
Simona Mrakic‐Sposta1 · Alessandra Vezzoli1 · Alex Rizzato2 · Cinzia Della Noce1 · Sandro Malacrida2,3 · Michela Montorsi4 · Matteo Paganini2 · Pasqua Cancellara2 · Gerardo Bosco2.
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